This is the third and last installment of the series on Doctor Zhivago‘s pirate editions in Mexico and South America. I have decided to leave the original quotes in Italian and Spanish.
Argentina. Tesone went to Buenos Aires to deal with “the pirates” and arrived on January 2, 1959.

Antonio Tesone
In a letter to Feltrinelli, dated January 8 1959, Tesone informed Feltrinelli that he had managed to have the pirate edition prepared by E.D.R. in Buenos Aires sequestered. He wrote:
Caro Signor Feltrinelli,
Sono qui dal giorno due e la situazione è attualmente a questo punto:
Tre sono le edizioni pirate di cui si abbia sicura conoscenza. Vagamente si parla anche di altre, ma finché queste restano –come finora–totalmente alla macchia, da un lato, non è possibile colpirle e, d’altro lato, non arrecano alcun fastidio.
It is thus sure that despite his being in Buenos Aires, Tesone had not heard anything about the Uruguaian editions, let alone the Mexican one. They are never mentioned in any other documents preserved in the Feltrinelli archives. Of the three pirate Argentianian editions Tesone had become aware of the first one was quickly dealt with:
Contro l’edizione D.E.R. (Distributori Editori Riuniti: gente infida in tutto il mondo quelli della E.D.A.! [Editori Distributori Associati was Feltrinelli’s distribution agency, P.M.]) si è chiesto, ottenuto ed eseguito un decreto di sequestro, ponendo sotto vincolo anche tutto il materiale di composizione. Attualmente pende la causa di convalida e di merito e mi sto battendo, come sempre e dovunque, per far accogliere la mia solita tesi che non incombe a noi l’onere di provare l’esistenza del famoso contratto con Pasternak. Sotto il profilo commerciale, questa edizione pirata non presenta peró più alcun problema per noi.
The owner of D.E.R, Damián Carlos Hernández, was one of the people that Noguer (and Feltrinelli) sued for copyright infringement (see appendix).
We will have to come back to Tesone’s legal claim, for it is the cornerstone of the legal wrangles and complexities in which Feltrinelli found himself when trying to assert his rights to Doctor Zhivago. After the first court judgment in Buenos Aires of May 5, 1959, the sequestering order was removed (see appendix). There is however no trace that this edition ever came to light. Tesone continued his letter thus:
Maggiori difficoltà si sono incontrate con la seconda edizione corsara: quella de El Forjador (forgiatore di nome anche se forcaiolo di fatto).

El Doctor Yivago, Editorial Forjador, Buenos Aires, 1958
Si tratta di un disperato in istato di dissesto che giuoca tutte le carte su questa scadentissima edizione tirata su carta straccia con corpo tipografico piccolissimo e praticamente non leggibile. Anche qui si è chiesto ed ottenuto un decreto di sequestro, solo che non si riusciva ad eseguirlo per l’assoluta irreperibilità delle copie. Avevo progettato di far intervenire la nostra Ambasciata nei confronti del ministero argentino degli interni per sollecitare un’indagine della polizia. Senonché Giancola, l’addetto commerciale, è stato improvvisamente destinato all’Onu ed è immediatamente partito per l’Italia il giorno stesso che io sono arrivato. Babuscio Rizzo, l’ambasciatore è per contro rientrato dall’Italia solo ieri e mi ha intrattenuto questa mane in un lungo colloquio. Molta cordialità e convenevoli, ma anche la solita inerzia diplomatica: se possibile, evitare a tutti i costi un incidente con l’autorità locale e negare con diplomatica eleganza di introdurre la e.d. Nota Verbale al Governo Argentino. Ero preparato al tradizionale fin de non recevoir, e così ho preannunciato che, se necessario, avrei espresso a titolo assolutamente personale, quale privato cittadino di uno stato amico, meraviglia e stupore per l’illegalità trionfante in campo editoriale in un paese grande e civile (ma non troppo!) come l’Argentina. Tanto è bastato alla nostra inestimabile diplomazia per gettar la spugna, assumendo che in tal caso li avrei violentati a presentare quella nota verbale che intendevano rifiutarmi. Buono a sapersi, anche se ritengo che ormai la cosa sia superata avviandosi, anche qui, la battaglia alla scaramuccia finale. Ieri infatti El Forjador, col coraggio dei disperati, è salido a la calle, facendo la prima apparizione in qualche libreria. Ho subito disposto perché sui due più importanti quotidiani locali –La Prensa e la Nacion – apparisse in data di oggi e in tutte le edizioni la Notificacion allegata alla presente e, nel contempo, ho invitato l’avvocato Mendilaharzu, che è il legale efficiente e competente nominato dall’Editorial Noguer, a sollecitare dal Giudice dell’Ufficio di istruzione un ordine di sequestro penale diramato per telegrafo a tutte le stazioni di polizia. Questa sera ho saputo che il provvedimento è stato concesso e si trova già in stato di esecuzione presso le librerie.
The translator is not named but the translation was made from the Italian text. The edition has 384 pages. The publication date on the copyright page reads November 30, 1958.
Tesone’s notification in La Nacion de Buenos Aires is shown below.

The notification against El Forjador, La Nacion, January 8, 1959
We will see that contrary to Tesone’s predictions, the legal battle against El Forjador, and his owner Demetrio Castagnola, was to become a difficult one. The edition is the following one. There were at least two printings of it but both of them appeared after the Nobel Prize.
I will come back below to the legal action pursued jointly by Feltrinelli and Noguer against El Forjador.
Let us now move to the last pirate edition and Tesone’s description of it.
Resta da dire della terza edizione per 10.000 esemplari preparata da una certa casa Indice e di fatto finanziata da un tale Granda sotto l’alto e discreto patrocinio del direttore della Casa de la Moneda! Questa è l’unica edizione decente anche se economica. Ne ho fatto controllare il valore letterario da un docente dell’Università di Cordoba e mi è stato detto che è buono.
Sinora con questa gente vige un gentlemen’s agreement per cui noi soprassediamo a chiedere il sequestro e loro ad iniziare la distribuzione in attesa di perfezionare un eventuale accordo. Siamo ancora lontani, ma spero di avere domani un colloquio decisivo e conclusivo con Granda: miro ad acquistare l’intera edizione ad un prezzo conveniente: costo più una modestissima aliquota di utile, per sovrastampare Edit. Noguer e G.G. Feltrinelli, estromettere i clandestini e distribuire noi fissando il prezzo che il mercato consente.
Below is the cover page of the Indice edition.

El Doctor Yivago, Indice, Buenos Aires, 1958
The translation was made by Juan Robledo; it has 469 pages. In one of the first pages it is indicated that the book was printed on December 26, 1958 by Juan Castanola e Hijo (Rio de Janeiro 735, Buenos Aires). It makes reference to the French edition and it is quite clear from the beginning that it was translated from French. It also claims copyright for “Ediciones Indices, Buones Aires, 1958”.
It appears that Tesone’s plan for this last edition bore fruit. In a letter from Pardo to Feltrinelli, dated February 10, 1959, José Pardo, listing the new Noguer editions for Spain and South America, added:
Hay, además, la edición comprada a Granda – 12.000 ejemplares, que se pondrá a la venta muy pronto.
It thus appeared that Noguer had in fact bought the Indice edition. But was it put on sale? If it did, it was not before mid-February 1959. My own copy has a signature with the date 24-V-59. The copy I have in my hands does not show any Feltrinelli or Noguer copyright and/or any printing alterations that had been mentioned by Tesone.
In conclusion, Noguer, Feltrinelli, and Tesone seem to have been unaware of the Mexican and the Uruguayan editions. Of the three Argentinian editions only the first and the third led to a serious legal confrontation. However, in the legal case against El Forjador and D.E.R., we find two more publishers “Quetzal Editora”, whose distributor is identified as Dionisio Carlos Sáenz, and the “Ediciones Graphos”.

The summary of Doctor Zhivago published by Editora Quetzal in 1958
Quetzal had published a booklet of 89 pages that contained a digest of Doctor Zhivago by Gabriel Jimenez Correa. According to the book’s colophone, it was printed on November 20, 1958, by Hartug Bros. in Quetzaltenango, Guatemala. It was obviously distributed in Argentina and other Latin American countries. It claimed to be a digest carried out on the original Russian but looking at the translation, it is more likely that the original Italian had been the source of the digest. Here is how it looked.
I have found no information about how “Ediciones Graphos” was involved in the Doctor Zhivago case.
Whether Noguer and Feltrinelli could have been successful in fighting the ‘pirates’ was questioned by other less scrupulous South American publishers and this allows me to bring in Chile into the picture.
Chile. The following passage, taken from a letter written by the director of Noguer, José Pardo, to Feltrinelli on February 10, 1959, gives a clear idea of the atmosphere surrounding such matters:
Distinguido colega:
Me es muy grato acusar recibo de su atenta del 4 en la que me informa amablemente sobre la gestión que llevó a cabo cerca de Vd. Ed Sr. Aldunade de la casa Zig-Zag de Santiago de Chile.
El Se. Aldunade nos había visitado en el mes de Enero pidiendo una sub-licencia para publicar en Chile una edición “abreviada” (!!!) de EL DOCTOR JIVAGO. Tal edición –según explicó– no debía rebasar la 250 ó 300 páginas, para hacerla asequibile a un amplio sector de lectores (!!!).
Yo manifesté al Sr. Aldunate que no entraba en nuestros propósitos otorgar una sub-licencia para Chile, pero que aun cuando rectificasemos este criterio lo que haríamos nunca serîa otorgar una sub-licencia para una versión mutilada. Le dije que lo impedía no solo nuestro contrato con Vd. Sino nuestro respeto por el autor y su obra y nuestra ética professional.
En el curso de la conversación el Sr. Aldunate se mostró muy escéptico sobre nesutra posibilidades de defense ante posibles ediciones “piratas”. No me pareció muy discrete por su parta sacar a colación este tema, pues para nadie es un secreto que Zig-Zag ha sido y es una editorial pirate. Me limité a decirle que en Chile tenîamos tomadas las medidas precautorias del caso y que estábamos dispuestos a pegar fuerte.
Pardo concluded by saying that although at the beginning there had been problems with stocking the book in Chile, the problem had now been overcome. Zig-Zag had not been the only publisher in Chile interested in Doctor Zhivago. Some further information about Chile’s interest in Doctor Zhivago is found in the preface to the translation of the Autobiography (Autobiografia) published (without any agreement with Feltrinelli) by Editorial del Nuevo Extremo of Santiago del Chile with a print date of January 29, 1959. In the preface the publishers wrote:
En febrero 1958 escribimos nuestra primera carta pidiendo los derechos para traducer al castellano la novella de Boris Pastérnak: El Doctor Zivago.
Esto sucedía más de medio ano antes de que el gran poeta y novelista ruso fuera agraciado con el Premio Nóbel de Literatura. Seguros que nuestras gestiones tendrían exito, y de que podríamos entregar a Chile uno de los más interesantes testimonies artísticos de la época, dimos comienzo a la traducción de la obra. Desgraciadamente, no legamos un acuerdo complete con el entonces poseedor de aquellos derechos. Y todo, salva la convicción de haber luchado larga y lealmente, quedó en nada.
Varios meses después supimos que existían nuevas posibilidades de llevar a buen término nuestro empeno: teníamos al alcance de nuestras manos una edición de El Doctor Zivago em lengua rusa. Pero ya era tarde para iniciar su traducción. Había otras ediciones en castellano que estaban por llegar a Chile, por lo que la magnitude de la empresa –tanto en tiempo come en costo– se tornaba difícil de sobrellevar.
In any case, we have seen that Aldunade’s project of a digest was eventually carried out by Quetzal.
Back to Argentina: The battle for the copyright against El Forjador and the “explosive document”
The above description might be of interest as part of the history of the editions of Doctor Zhivago but the legal battle against El Forjador’s owner, Demetrio Castagnola, (and some of the other pirates, see appendix) led to such an entangled situation that it can be used as a case study for the complexities of defending Pasternak and the copyright at the same time. I will present Tesone’s legal claim, the legal strategy followed by the Noguer legal representative, Eduardo Mendilaharzu, and the panic that ensued in Milan as a consequence of it; finally, I will conclude with the legal defeat of Feltrinelli in the Buenos Aires court.
Tesone’s legal claim. Let me begin by recalling that there was a contract between Feltrinelli and Pasternak signed by the latter on June 30, 1956 (for a photographic reproduction see Mancosu 2013, pp. 206-207). While the KGB informed the Central Committee of the CPSU in August 1956 of the existence of such a contract, the details were not exactly known and Pasternak’s protection depended on it not being known that he was earning royalties from the West. While it was important to protect Pasternak before and after the publication of Doctor Zhivago in Italian in November 1957, Pasternak’s well-being became an even bigger concern after the award of the Nobel Prize in October 1958. Thus, axiom number 1, the contract could not be shown. Tesone’s thesis was that in any kind of legal battles, it was not incumbent on Feltrinelli to show the contract and that widespread knowledge that the Italian translation was the first publication worldwide of Doctor Zhivago, should have been sufficient to protect the copyright. In addition, the Italian legislation allowed for a notary to summarize an official document so that the summary could have the same legal value as the original. Antonio Tesone received from Feltrinelli a photocopy of the famous contract on March 1, 1957. Feltrinelli kept the original in a bank in Switzerland (see also appendix). We can see Tesone’s thesis implemented even later, namely from the letter to the Greek lawyer John D. Fotopoulos dated January 22, 1960 concerning the legal action against “Kathimerini” and “Ethnicos Kirix”, two newspapers in Greece that were publishing Doctor Zhivago without any agreement with Feltrinelli. Replying to the request for a copy of the contract, Tesone wrote:
Per ciò che si riferisce alla parte strettamente giuridica della Sua relazione, mi limito ad osservare:
1) che non occorre esibire il contratto di edizione tra Pasternak e Feltrinelli Editore per invocare in Grecia la protezione del diritto d’autore come disposta dalla Convenzione di Berna. È suddificente, mi sembra, invocare il fatto incontestabile che la prima pubblicazione è avvenuta in Italia (art. 4 al 3 C.d.B.) perchè l’opera sia considerate italiana e l’autore e i suoi aventi causa abbiano perciò solo diritto alla protezione convenzionale.
As a replacement for a photocopy of the contract, Tesone often provided –as in this case– a notarized document from which it resulted that there existed a regular publishing contract for the printing, publication and sale of Doctor Zhivago and that Pasternak had ceded to Feltrinelli the rights for the translations in foreign languages.
Having explained Tesone’s thesis, let’s go back now to January 1959, when Tesone optimistically reports to Feltrinelli, in his letter from Buenos Aires, that the battle was nearing its end. From later correspondence it appears that Tesone had been overly optimistic. Tesone had gone to Buenos Aires, surely intentionally, without a copy of the contract with Pasternak. The judge in charge of the legal case against El Forjador insisted on seeing a copy of the contract. On January 30, after his return to Italy, Tesone sent a photographic reproduction of the contract to Noguer’s lawyer Mendilaharzu with precise instructions as to its use. Here is how Tesone recounts the January events to José Pardo of Noguer on August 10, 1959:
Fin dai nostri primi colloqui milanesi, ho tassativamente escluso che Feltrinelli fosse disposto ad utilizzare il contratto sottoscritto dall’Autore per prevalere dei pirati nelle procedure da introdurre contro gli stessi in Argentina o altrove.
Ella ricorderà, sono certo, che costituiva preoccupazione dominante dell’Editore Feltrinelli che venisse salvaguardata l’integrità morale e fisica dell’Autore, altrimenti posta in pericolo dalla produzione di carte che lo compromettono irremediabilmente nei confronti delle Autorità del suo paese.
Let us pause for a second to remark how such statements fly in the face of those account in the Pasternak literature that describe Feltrinelli as “bent on extracting maximum business advantage from the situation” out of the Pasternak case (see Barnes 1998, p.326, and also p.p. 332 and 365).
Tesone continues by saying:
Così ricorderanno i Sigg. Avalis e Mendilaharzu che sono partito per l’Argentina senza questo documento in valigia e che, solo a seguito della vivissima insistenza di un Giudice e alla tassativa condizione che il contratto venisse esibito non allegato agli atti, ho acconsentito a spedirne una copia successivamente al mio rientro in Italia.
Esiste, infine, la mia lettera del 30 gennaio 1959 con la quale fissavo limiti rigorosi e non superabili per l’uso del contratto Feltrinelli-Pasternak e richiedevo che il destinatario Mendilaharzu, una volta dimostrata in via private la nostra buona fede al Magistrato, provvedesse all’immediata restituzione di questo esplosivo documento all’editore Feltrinelli.
Mendilaharzu was the lawyer that was representing Noguer (and thus also Feltrinelli) in the legal case against the pirates in Argentina. As the above should make clear, something went wrong with the use of the document. Indeed, during the first week of July, Tesone had been informed, in a letter dated June 29, of an unexpected move by Mandilaharzu who, of his own initiative, had requested a rogatory letter aimed at having the copy of the contract sent to Pasternak so that he could acknowledge his signature on the contract as genuine. The reaction of Tesone and Feltrinelli was immediate. Here is what Tesone writes to Pardo on July 7, 1959:
Spett.le S.A. Milano, 7 luglio 1959
Editorial Noguer
Paseo de Gracia 98
Barcellona
Caro Avv. Pardo,
Non sono riuscito a realizzare una prenotazione telefonica con lei che avevo riservato questa mane per le ore 18 di oggi.
Le scrivo dunque quanto avrei volute dirle, anche da parte del Sig. Feltrinelli.
Ho appena ricevuto una lettera del Dott. Mendilaharzu in data 29 giugno 1959, con la quale mi informa essere in corso di attuazione la rogatoria in Russia, accompagnata da una copia del contratto Feltrinelli-Pasternak, perchè quest’ultimo riconosca l’autenticità della propria firma apposta in calce a tale scrittura.
Tanto il Sig. Feltrinelli che io siamo estremamente sorpresi per la gravità della cosa che dovrà essere impedita a tutti i costi, con un deciso intervento da parte dell’Editorial Noguer.
Il Dott. Mendilaharzu ha purtroppo commesso una grave scorrettezza, abusando della fiducia che gli era stata concessa da parte nostra ed evadendo dai tassativi limiti che erano stati da me posti con la lettera del 30 gennaio scorso relativa all’uso autorizzato e agli usi vietati del noto contratto.
Nè avrei mai ritenuto, dopo aver letto la lettera Argullòs in data 6 giugno scorso, che Avalis e Mendilaharzu avrebbero proseguito sulla pericolosa strada intrapresa, l’esito della quale non può che essere disastroso per tutti, come Ella stesso riconosce nell’ultima parte della Sua lettera in data 10 giugno.
Se da un lato, è inevitabile che le autorità sovietiche faranno pressioni all’Autore per impedire la conferma della rogatoria, d’altro lato, è chiaro che Feltrinelli e Noguer – in caso di persecuzioni derivanti a Pasternak da questa sciagurata iniziativa– riceveranno su scala mondiale una propaganda negativa e infamante che annullerà d’un colpo tutti i vantaggi acquisiti dagli stessi quali titolari dell’esclusiva nelle zone di rispettiva influenza.
E questo, senza parlare dei rapporti umani che sarebbero irrimediabilmente pregiuducati una volta che si potesse sostenere che per amore di lucro non avete esitato a giocarvi l’integrità fisica dell’Autore.
Io so, avvocato Pardo, che Lei è un gentiluomo e conosce da molti anni il mio Cliente Feltrinelli; ma gli altri, i Vostri concorrenti, i giornalisti, i pirati e, in genere, l’opinione pubblica mondiale non potrebbe ritrarre da questo disgraziato affare –se non fosse tempestivamente arestato–che un giudizio profondamente negativo sul piano morale e commerciale.
E’ dunque necessario che l’Editorial Noguer e il Sig. Argullòs per l’Iber Amer di Barcellona confermino per telefono e telegrafo le istruzioni che passo immediatamente a dare a Mendilaharzu ed Avalis con la lettera allegata in copia.
Il Sig. Feltrinelli attende di avere sollecite assicurazioni che i responsabili della grave situazione di pericolo così inconscientemente create hanno finalmente rimediato al mal fatto.
In difetto, dovremmo inevitabilmente reagire con tutta la decisione e l’urgenza che il caso richiede perseguendo anche sul terreno giudiziario le responsabilità di coloro che sono all’origine di questa incredibile vicenda.
Confido di leggerla d’accordo con noi, e sopratutto, attendo con il Sig. Feltrinelli di sapere con certezza che la rogatoria non avrà mai luogo.
La prego di accogliere I migliori saluti, anche da parte del Sig. Feltrinelli che dovrà rinviare di qualche tempo il suo previsto viaggio in Ispagna.
Suo dev.mo
Antonio Tesone
The letter also contained the howler for Mendilaharzu.
Egregio Signor Milano, 7 luglio 1959
Dr. Eduardo F. Mendilaharzu
Avenida de Mayo 749
Buenos Aires
Riscontro la sua del 29 giugno scorso.
Il Sig. Feltrinelli ed io Le rivolgiamo formale ed espresso invito:
- – ad astenersi dal sollecitare l’esperimento della rogatoria in Russia all’Autore Boris Pasternak;
- – ad ottenere che la Magistratura non proceda neppure d’ufficio all’esperimento di tale rogatoria;
- – a rinunciare, se necessario, a tutte le procedure in corso se il loro preseguimento è subordinato all’esecuzione di tale incombente probatorio;
- – a ricordare che con la mia lettera 30 gennaio 1959 sono stati fissati limiti rigorosi e tassativi all’uso del contratto Feltrinelli-Pasternak;
- – a non fare conseguentemente più alcun uso d’ora in avanti dell’unica copia fotografica da me trasmessa di detto contratto, che dovrà anzi essere rispedita per posta aerea all’Editore Feltrinelli.
In mancanza di Sua ottemperanza alle istruzioni non modificabili di cui sopra, sono dolente Dott. Mendilaharzu di doverle scrivere che saremo costretti a tenere responsabili dell’inammissibile situazione attuale per tutte le conseguenze di pregiudizio e danni derivanti a chiunque, tutti coloro che hanno contravvenuto al mandato da noi conferito in occasione della trasmissione del documento.
La gravità della situazione di pericolo posta in essere per l’Autore con questa incomprensibile iniziativa giudiziaria non mi consente, purtroppo, di assumere una posizione diversa.
Riceverà conformi istruzioni dall’Editorial Noguer cui ho provveduto a scrivere altra lettera in data odierna.
Copia della presente viene da me inviata, per quanto di sua competenza, anche al Sign. Avalis dell’Iber Amer Argentina.
Le porgo distinti saluti.
Antonio Tesone.
In sending to Feltrinelli copies of the above correspondence, Tesone dryly commented:
“Dopo queste missive ho l’impressione che Spagna e Argentina diventeranno, per me e per Lei, paesi proibiti o quasi. Vero è però che questa gente ha meritato la nostra reazione ed ho dovuto fare grande fatica per contenere in termini urbani la contestazione.”
We do not have the letter Pardo wrote in reply to this letter of July 7, 1959 but we know that Pardo replied on July 17 asking for explanations as to the prohibition of any use the contract. The letter from Tesone to Pardo, dated August 10, 1959, was Tesone’s reply to such request.
There is no question that this was the gravest crisis Feltrinelli had to face concerning his own actions with respect to Pasternak’s safety. Feltrinelli’s and Tesone’s analysis of the situation is also fully persuasive. Sending a copy of the contract to the USSR would have meant giving it to the Soviet authorities who would have forced Pasternak to deny that the signature was his and would have also retaliated against him. In addition, they would have become prey of all the negative campaign that would have ensued, which could easily have characterized them as sacrificing Pasternak for some pesos. The tone of the letters leaves no doubt as to the anguish that Mendilaharzu ill-conceived initiative provoked in Milan. Mendilaharzu had probably asked for the rogatory letter because the first judgment had been negative for Noguer and Feltrinelli (see “Sentencia de primera instancia dated May 5, 1959” reported fully in the appendix), despite the fact that the photocopy of the contract had been produced but its veracity had been questioned by the defendants (the pirates).
There had been many previous situations in which Feltrinelli had been asked to show the contract (negotiations and legal action for the movie, the confrontation with The University of Michigan Press concerning the Russian edition, the Greek pirate editions, etc.). He and Tesone never went against what I called axiom 1: the contract was not to be shown. This one exception almost proved disastrous. I think it sheds much light of the human, moral, business, and legal complications that were the essence of the Zhivago affair.
All of this was the consequence of the legal case against El Forjador and some of the other Argentinian pirates. In 2012 the Constitutional Court in Buenos Aires put on line the two court judgments (May 5, 1959, “primera instancia” and September 1, 1959, “segunda instancia”) concerning the case between Noguer and El Forjador at the following link, which contained the text I fully report in the appendix (I am not sure the link is active anymore).
Noguer and Feltrinelli lost and the pirates won. But it had been a calculated retreat. Noguer and Feltrinelli scored a moral victory by asserting the primacy of the moral and physical preservation of Boris Pasternak.
Appendix.
SENTENCIA DE 1º INSTANCIA
— Buenos Aires, mayo 5 de 1959. —
Resultando: Se presenta Eduardo F. Mendilaharza en representación de “Editorial Noguer” (S. A.), de Barcelona (España), imputando el delito de defraudación de derechos de autor (arts. 71 y 72, incs. a] y c], ley 11.723), al propietario responsable de “Editorial Forjador”, Demetrio Castagnola; al de “D.E.H.” (Distribuidora Editores Reunidos, S. R. L.), Damián Carlos Hernández; al de “Ediciones Graphos”, al de “Quetzal”, cuyo distribuidor doloso sería Dionisio Carlos Sáenz, y al de toda otra edición en castellano de “El Doctor Zhivago”, de Boris Leonidovic Pasternak, que no lleve la marca editorial de su representada o no esté autorizada por ella, en virtud de Lener, “Editorial Noguer” (S. A.) la exclusividad de traducción al español de dicha obra.
Tal derecho de exclusividad deriva del contrato de concesión celebrado entre los representantes de aquélla y “Giangiacomo Feltrinelli, Editore, Sociedad en Comandita”, en Milán (Italia), en nov. 14/958, por el cual la última declara y confirma que es titular de los “copyrights” de dicha obra en virtud del contrato celebrado con el autor y en virtud, asimismo, de la Convención Internación de los derechos del autor de Ginebra, puesto que le primera edición ha sido publicada en noviembre de 1957 en Milán (Italia), es decir, en un país adherido a la citada Convención. El contrato mencionado, en certificación y testimonio extendido por el escribano Enrique Gabarro y Samso, de Barcelona (España), de la escritura extendida por el de Milán (Italia), Dr. Gianfranco Franchini, con la debida legalización diplomática, corre agregado de fs. 22 a 25 en los autos caratulados Editorial Noguer” (S. A.) v. “Editorial Forjador” y otros, s/daños e intereses, del juzgado nacional de 1ª instancia en lo civil a cargo del Dr. Alberto R. Gartland, que corre por cuerda.
Tendiente a acreditar la titularidad del derecho de edición y traducción por parte de “Giangiacomo Feltrinelli Editore”, el denunciante presenta fotocopia del contrato privado que se habría celebrado entre éste y el autor, fechado en Moscú en jun. 30/956, y cuya cláusula 4ª autoriza a aquél para ceder al extranjero los derechos de traducción parcial o integral de la obra, debiendo repartir por mitades con el autor las ganancias resultantes. Expresa el denunciante que “el original, por el valor y la importancia que tiene, está depositado en un Banco de Suiza”, y que no puede proporcionar otros elementos probatorios de que la cesión de Pasternak a Feltrinelli se ha realizado realmente, fuera de los que allí enumera, dadas las circunstancias especiales del autor que son de pública notoriedad, aclarando “que la práctica editorial es la de celebrar contratos de este tipo en forma privada”.
Con la finalidad de probar que la primera publicación de la obra “El Doctor Zhivago” realizada en el mundo fue la edición de Feltrinelli de nov. 15/957, presenta el denunciante copias fotográficas del reverso de la portada de dicha edición y de las ediciones alemana, inglesa, francesa y española, que reconocen a aquella como la primera. De fs. 125 a 129 corren agregadas reproducciones fotográficas de una solicitada publicada por la “Editorial S. A. Mouton y Cía.”, de la ciudad de la Haya, por la cual se destaca que la edición en ruso hecha por dicha editorial no fue autorizada por el editor Italiano, expresando al respecto el denunciante Mendilaharzu, “de lo quo surge el reconocimiento expreso de los derechos de Feltrinelli Editore hasta para publicar en ruso”, y agrega que “tiene entendido que sería materialmente imposible la prueba negativa en todos los países del mundo tendiente, a acreditar que no ha sido publicada la obra citada y que no preexiste una otra autorización a la de Feltrinelli. Que todos los elementos de juicio citados constituyen la presunción “juris tantum” de la primera publicación, que lo es la de Feltrinelli, en los términos de la Convención de Ginebra”. Luego de sugerir la solicitud de informes de editores argentinos acerca de cómo, en el consenso de éstos, de la de Feltrinelli la primera edición en el mundo, expresa que “considera que no podría realizar otra prueba que la referida, tendiente a acreditar que la primera publicación es la de Feltrinelli”.
A fs. 16 y 66, presta declaración testimonial Ofelia Secchia y refiere que, a solicitud del imputado Castagnola, facilitó a éste su domicilio y teléfono “para utilizarlos a raíz de un aviso que colocaría en los diarios, ofreciendo la venta de un libro”.
A f. 68, depone Mercedes Sobrino, que adquiriera en comercio de plaza un ejemplar de “El Doctor Zhivago”, en la “Editorial Forjador”.
A f. 67 y f. 09, respectivamente, Santiago Sentís Melendo y Rogelio Tomás Avalis manifiestan haber visto vender en la vía pública las ediciones impugnadas.
A fs. 132/vta., concluye el denunciante expresando: “Que en Italia, como en los restantes países de Europa, las leyes sobre derechos de autor no imponen formalidades a los efectos del amparo del derecho; que algunas, como Italia, tienen instituido un Registro voluntario de obras editadas en el país a los efectos de mejor pre constituir la prueba de un derecho, razón por la cual Feltrinelli realizó tal inscripción, como lo prueba el certificado glosado a f. 34, al cual sólo falta la legalización por parte de nuestro Min. de Relaciones Exteriores de la firma del cónsul argentino”.
En la demanda promovida por “Editorial Noguer” (S. A.) contra “Editorial Forjador y otros, sobre daños e intereses, ante el juzgado nacional de 1ª instancia en lo civil a cargo del Dr. Alberto R. H. Gartland, secretaría del Dr. Julio S. Gerez, donde la actora consiguió se librara manda, miento de secuestro de la edición Impugnada bajo caución, al presentarse en autos Demetrio Castagnola, en su carácter de único propietario de la “Editorial Forjador, que tiene en trámite la edición de la obra debatida (f. 29 del juicio que corre por cuerda), manifiesta que Feltrinelli publicó la obra en Italia contra prohibición que le hizo conocer Pasternak y que la primera publicación de aquella se efectuó en una revista literaria soviética en forma incompleta, citando al respecto un artículo de Juan Rodolfo Wilcock publicado en “La Prensa” de nov. 9/958, en que se expresa que “la Convención Universal de Ginebra, ratificada por la República Argentina, no es aplicable a este caso por ser Pasternak ruso, la obra «El Doctor Zhivago» rusa, desde que la Unión Rusa de los Soviets no ratificó la referida Convención Universal… si la primera publicación de la obra se hubiera efectuado en Italia, y se tratara de una edición autorizada por el autor, la obra podría tener la protección de la Convención de Ginebra. Como esto no ocurrió en el caso de «El Doctor Zhivago» como ya se ha dicho, el editor Feltrinelli y después la «Editorial Noguer» quieren valerse de la Convención de Ginebra para privar a otros editores del derecho que ellos están usufructuando, desde que de ningún documento resulta que abonen derechos de autor a Pasternak o que tengan concluido con éste algún pacto” en relación con los referidos derechos… Tampoco debemos olvidar que la U.R.S.S. no protege las obras de autores extranjeros, publicadas fuera de Rusia, salvo los casos en que la Unión Soviética tiene concluido un acuerdo con país en que se publicó la obra. Todas las obras argentinas pueden traducirse y publicarse en Rusia, sin abonar derecho alguno a su autor, siendo lógico que nosotros tengamos idéntico derecho con respecto a las obras rusas. Lo mismo ocurre con Italia y por ello la edición de Feltrinelli no es ilícita, a pesar de no tenerse autorización de Pasternak, desde que las obras de éste, y especialmente «El Doctor Zhivago», son propiedad pública en Italia y también en España…”.
A f. 21 de los autos “Editorial Noguer (S. A.) v. “D.E.R.” (S. R. L.), s/daños e intereses, promovidos por igual razón que el anterior y donde se lograra secuestrar bajo caución los plomos destinados a imprimir la edición impugnada, manifiesta Damián Carlos Hernández, en representación de la demandada, de la que es integrante, que la actora, para probar la exclusividad del derecho de traducción y publicación en castellano de la obra, debe acreditar: “a) que el autor era titular de su obra en todos los países del mundo; b) que aquél cedió válidamente a la Editorial Feltrinelli el derecho exclusivo de traducción a todos los idiomas de «El Doctor Zhivago»; c) que en esa cesión se cumplieron los requisitos exigidos por la ley italiana de protección del derecho de autor”.
En cuanto al punto a), dice que Pasternak no tiene sobre su obra el derecho exclusivo de traducción en virtud de no ser incluido tal derecho expresamente entre los que le pertenecen como autor en el art. 7 de la “Ley básica de derechos de autor” para La U.R.S.S. y además por no considerar violatorio de tal derecho a la traducción de la obra el art. 9 de la ley citada. Manifiesta que “este particularísimo régimen legal —que se funda en los beneficios de la difusión popular de las obras intelectuales dentro y fuera, de las fronteras soviéticas—, se confirma con otra disposición de la “Ley complementaria” de oct. 8/928 (texto oficial ruso publicado en “Sobranie Uzakonenil de las Repúblicas Socialistas Soviéticas”, Nº 132, de 1929, texto 861), cuyo art. 16 dispone que “el derecho de hacer traducciones y, de igual modo, las actuales traducciones al idioma ruso, de obras literarias publicadas en idiomas extranjeros dentro de los límites de la U.R.S.S., o fuera de sus limites, podrá ser declarado monopolio de la República por una Resolución del Consejo de Ministros de la U.R.S.S. Quiere ello decir que la regla general es también aquí la libertad de traducir.. .”.
El suscrito ha tenido a la vista el texto de la “Ley básica de «copyright» de la U.R.S.S.” en la publicación efectuada por la UNESCO bajo el título “Copyright laws and treaties of the world” en 1956, que se encuentra en el Reg. Nac. de la Propiedad Intelectual, actualizada por comunicaciones cursadas por la entidad internacional, haciendo saber modificaciones de las diversas leyes. El art. 7 establece que “el autor debe tener el derecho exclusivo de publicar su obra, bajo su nombre real, seudónimo, o sin indicar su nombre (anónimo), y a reproducir o dar curso a su obra por cualquier conducto legal dentro del período de tiempo fijado por la ley y a trasmitir los beneficios de ese derecho en cualquier forma legal”: el art. 9 preceptúa: “las siguientes no son infracciones a los derechos de autor: a) traducción de la obra de otra persona a un idioma distinto…”; el art. 16 dice: “El derecho de autor podrá ser enajenado en su totalidad o en parte por un contrato de edición, testamento o cualquier otra forma legal”; y el art. 20 establece, por último, que “el derecho de autor sobre cualquier obra puede ser compulsoriamente comprado por el Gobierno de la Unión Soviética o por el Gobierno de la República Constituyente en cuyo territorio fuera publicado primeramente como manuscrito, sketch o en cualquier otra forma de presentación”.
En cuanto a lo expresado en el punto c), manifiesta que, en el supuesto de haberse realizado realmente la cesión, no domiciliándose Pasternak en Italia, no le es aplicable la “ley italiana de derechos de autor” de 1941, que establece ese requisito para brindar su protección.
El suscrito tuvo también a la vista la ley italiana 633, para la protección del derecho de autor y otros derechos conexos con el ejercicio de los mismos, de abr. 22/941, actualmente en vigencia de acuerdo con la publicación de la UNESCO ya citada, en cuyo art. 185 se dice: “De acuerdo con las previsiones del art. 189 de esta ley, se aplicará a todas las obras de autores italianos en cualquier parte donde hayan sido publicadas por primera vez. También se aplicarán a las obras de un autor extranjero domiciliado en Italia, cuando sean publicadas por primera vez en Italia. Aparte de las condiciones de protección indicadas en el parágrafo precedente, esta ley podrá además ser aplicada a la obras de autores extranjeros, cuando se cumplan los requisitos indicados en los artículos siguientes”, estableciendo el art. 186 que “las convenciones internacionales para las protecciones de las obras intelectuales regirán el campo de aplicación de esta ley a las obras de los autores extranjeros”. El segundo parágrafo de este artículo y el 187 fueron suspendidos por el decreto Nº 82, de pag. 23/946 del Gobierno Italiano, sobre supresión de algunas prescripciones concernientes a la esfera de aplicación de la ley 633, y
Considerando:
Que la Convención Universal sobre derecho de autor aprobada en ser. 6/952 por una Conferencia Intergubernamental reunida en Ginebra bajo los auspicios de la UNESCO con la intervención de nuestro país, fue ratificada por decreto-ley Nº 12.088/57 , publicado en el “Bol. Of.” de octubre 15. Tal ratificación tiene vigencia por la validez otorgada a los actos del gobierno “de facto” por ley posterior del gobierno constitucional.
El art. 3 de la citada Convención establece que todo estado contratante considerará satisfechas las formalidades exigidas según su legislación interna, como condición para la protección de los derechos de los autores “para toda obra protegida de acuerdo con los términos de la presente Convención, publicada por primera vez fuera del territorio de dicho Estado por un autor que no sea nacional del mismo, si, desde la primera publicación de dicha obra, todos sus ejemplares, publicados con autorización del autor o de cualquier otro titular de sus derechos, llevan el símbolo, acompañado del nombre del titular del derecho de autor y de la indicación del año de la primero publicación”. Vale decir que la oposición de ese signo constituye sólo una presunción “prima facie” de reserva de derechos, que permitirá eximir al editor de las formalidades nacionales, mas para que su edición sea protegida deberá acreditar que sus ejemplares fueron “publicados con autorización del autor o de cualquier otro titular de sus derechos”.
La medida de esa protección la establece el art. 2, cuando dice: “Las obras publicadas de loe unción a les de cualquier Estado contratante, así como las obras publicadas por primera vez en oí territorio de tal Estado, gozarán en cada uno de los otros Estados contratantes de la protección que cada uno de estos Estados conceda a las obras de sus nacionales publicadas por primera vez en su propio territorio”. Equipara, pues, este artículo, al extranjero con el nacional en cuanto a protección de su derecho y dado que al editor nacional de una obra publicada por primera vez en nuestro propio territorio se le exigirá —para acreditar la titularidad del derecho de propiedad intelectual— probar debidamente la cesión por parte del autor, o que se encuentra en el caso del art. 4, inc. c, ley 11.723 (“los que con permiso del autor la traducen…), es obvio que igual exigencia cabe hacer al editor extranjero.
En tal sentido, considera, el suscrito que no es suficiente para acreditar la cesión de derechos de traducción por parte de Boris I. Pasternak a Feltrinelli la fotocopia de un contrato privado que se habría celebrado entre las partes y que corre a fs. 92/3. Tampoco lo sería el original de dicha fotocopia, que no haría fe suficiente por tratarse de un instrumento privado cuya autenticidad puedo ser puesta en duda. Ello a despecho de que sea común suscribir en forma privado contratos editoriales o de la imposibilidad de que el cedente ratifique ahora el acto —de haberse este realizado realmente— por la situación política en que se encuentra. Tal situación es, precisamente, la que da caracteres especiales a este caso y dificulta la prueba acerca de la verdad de lo acontecido.
No estando suficientemente acreditada la cesión no corresponde entrar a considerar si el cedente, en caso de haberla realizado, lo habría hecho con derecho de acuerdo con la ley rusa ya trascrita: si las limitaciones que ésta contiene afectan la cesión; y si influye para la solución del caso la circunstancia de que la Convención de Ginebra de 1952 no haya sido ratificada por la U.R.S.S. Tampoco es menester entrar a considerar si está suficientemente probado que la edición de “Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano” de 1957, fue la primera publicación mundial de la obra.
La forma de tutela penal de los derechos intelectuales queda concretada en la ley 11.723 por medio de los arts. 71, 72 y siguientes. La primera norma reprime con la pena establecida en el art. 172 al que “de cualquier manera y en cualquier forma defraude los derechos de propiedad intelectual que reconoce esta ley”. La Cam. Crim. Cap. ha establecido, en fallo publicado en “La Ley”, t. 2, p. 454 , que es condición imprescindible anterior y previa para la aplicación de esa norma, que exista una defraudación en el sentido jurídico de este vocablo, surgiendo ello del texto expreso de la ley y de lo manifestado en oportunidad de su sanción por el miembro informante del proyecto en la Cámara de Diputados de la Nación.
El art. 72, aplicable en este caso, estatuye que “se considerarán casos especiales de defraudación y sufrirán la pena por él establecida, además del secuestro de la edición ilícita; a) El que edite, venda o reproduzca por cualquier medio o instrumento, una obra inédita o publicada sin autorización de su autor o derechohabientes…”. La punibilidad surge de la circunstancia de qué el titular del derecho sobre la obra editada, vendida o reproducida no baya autorizado la edición, la venta o la reproducción.
La misma cámara ha establecido, en fallo publicado en “La Ley”, t. 17, p. 724, que el requisito de que la conducta reputada dolosa reúna los elementos del delito de defraudación es aplicable sólo al art. 71, no al 72, pues los enumerados en éste, a pesar de ser considerados “casos especiales de defraudación”, son susceptibles de ser reprimidos con la pena que establece el art. 71, sin que se requiera otra cosa que la presencia de los elementos integrantes de cada uno de ellos (conf. Gómez. “Leyes penales comentadas”, t. 4, p. 287).
La Convención Universal sobre derecho de autor, aprobada en Ginebra en 1952, es un acuerdo internacional de derecho privado y no puede modificar en modo alguno los elementos del delito de defraudación de derechos intelectuales estatuidos con anterioridad a su sanción por la ley 11.723 pues ésta, como toda la materia penal, es de regulación exclusiva del derecho público interno o local, de acuerdo con principios unánimemente establecido en derecho internacional y cuya violación lesionaría la soberanía del Estado afectado. Siendo ello así, la ratificación de la citada Convención no modifica el régimen de tutela penal del derecho de autor estatuido en la ley 11.723 no obstando para arribar a tal conclusión el carácter de Ley Suprema de que la Convención está investida por el art. 31, Const. Nac., dado que tal carácter le es conferido en la materia que regula, es decir, la tutela en el aspecto del derecho privado de la propiedad privada.”
El delito enunciado en el art. 72, inc. a, ley 11.723, está comprendido entro los que ocasionan lesión patrimonial —sin olvidar por ello la protección del derecho moral del autor sobre su obra—; en consecuencia, es menester que exista, para que se perfeccione, perjuicio identificado.
Encontrándose indeterminada la titularidad del patrimonio afectado por lo que queda expuesto y discutido, por otra parte, el derecho a publicar la obra, en los juicios que corren por cuerda; siendo independientes los procesos civil y criminal; y no afectándose sus resoluciones —art. 77, ley cit. , corresponde arribar a esta causa a una resolución de carácter provisorio.
Es menester dejar claramente establecido que el pronunciamiento a que el suscrito llega en esta causa, en modo alguno significa amparar a editores irresponsables de nuestro medio o hacer ilusoria la protección internacional otorgada a los editores extranjeros por la Convención de Ginebra. Si de autos surgiere con evidencia y suficientemente acreditado que el derecho representado del denunciante deriva de quien realizara la primera publicación de la obra, con autorización fehaciente del autor, no vacilaría en otorgarle toda la protección que la ley argentina otorga al nacional en idéntica situación.
Por ello, conforme a lo precedentemente dictaminado por el agente fiscal y de acuerdo con lo dispuesto en el art. 435, C. Pr. Cr., resuelvo sobreseer provisionalmente en esta causa; déjense sin efectos las órdenes de secuestro decretadas; líbrese en tal sentido oficio a la Policía Federal y exhorto al juez en lo criminal en turno de Mar del Plata. — Jorge Alberto Aguirre (Sec.: Oscar Jorge García Rúa).
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SENTENCIA DE 2º INSTANCIA.
Buenos Aires, setiembre 1 de 1959.—
Considerando:
Como lo pone de manifiesto el a quo en la resolución de f. 142, a la que se remite el pronunciamiento recurrido, no se ha acreditado en autos que la edición Feltrinelli de la obra “El Doctor Zhivago”, de Boris Leonidovic Pasternak, se haya publicado con autorización de su autor o de cualquier otro titular de sus derechos como lo exige el art. 3 de la Convención de Ginebra para que la obra sea protegida.
El mencionado artículo solamente exime al editor del cumplimiento de algunas formalidades pero no de acreditar que la edición puesta en circulación es legítima, sea ésta o no la primera, pues también siendo la primera puede ser clandestina y no merece protección alguna.
Por ello y por no haber acreditado el recurrente que sea la persona particularmente ofendida por el delito que denuncia, se confirma la resolución apelada en cuanto fue materia de apelación, con costas.
— ERNESTO N. BLACK — ARTURO M. JOFRE — JOSE F. ARGIBAY MOLINA.
Acknowledgements. I would like to thank Carlo Feltrinelli was his generous and continued support and for having given me permission to quote from the Feltrinelli archives in Milan.
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